SI AVVICINA IL MOMENTO DELLA RACCOLTA DELLE OLIVE, CON QUANTITATIVI ESTREMAMENTE VARIABILI DA ZONA A ZONA

SI AVVICINA IL MOMENTO DELLA RACCOLTA DELLE OLIVE, CON QUANTITATIVI ESTREMAMENTE VARIABILI DA ZONA A ZONA - NOTIZIARIO DELL’OLIVICOLTORE n°7 del 29 settembre 2019

Tra qualche settimana i frantoi apriranno ed inizieranno le prime moliture. La quantità delle olive, purtroppo, in molti oliveti lascia a desiderare. In alcune zone troviamo piante con una buona od ottima produzione ed a poca distanza piante ben più scariche. Il clima del periodo dell’allegagione, unito alla direzione dei venti di quel periodo, ha determinato differenze di produzione che, a prima vista sembrerebbero difficilmente spiegabili. Spesso anche su appezzamenti confinanti, a parità di cultivar, possiamo trovare variazioni quantitative anche sensibili. Quasi sempre le condizioni più produttive, se analizzate a fondo, trovano spiegazione nei corretti piani di concimazione e, soprattutto, nel mantenimento e nell’apporto di abbondante sostanza organica.
La qualità dell’olio è attesa buona visto che le elevate temperature del mese di agosto, spesso sopra la media tipica del periodo, hanno ostacolato l’attività della mosca e bloccato le ovideposizioni già effettuate dall’insetto ad inizio del medesimo mese. Da luglio in poi è stata osservata una presenza più o meno rilevante della mosca che, limitatamente ai luoghi più soleggiati ed asciutti, non dovrebbe destare troppa preoccupazione. Viceversa, in alcune esposizioni meno fortunate ed in pendii di più lenta asciugatura, la presenza dell’insetto si può avvicinare o superare la soglia limite fissata per la convenienza economica d’intervento (8-10%).
Come ribadito e spiegato in dettaglio nei bollettini precedenti è importante attivarsi per monitorare, almeno una volta alla settimana, il proprio oliveto per avere le certezza che le olive siano indenni dalle punture dell’insetto, oppure che queste restino sotto soglia. In caso contrario, visto il periodo avanzato, resta una difficile scelta tra le seguenti strategie:
-    cogliere in anticipo per evitare che le larve creino troppi danni alle olive;
-    trattare con prodotti fitosanitari a ridotto periodo di carenza come Acetamiprid (21 giorni);
-    intervenire con i medesimi prodotti consentiti per gli oliveti biologici anche sugli oliveti condotti con il metodo della lotta integrata.

E’ bene tener presente che la qualità dell’olio dipende anche dal tempo trascorso tra la raccolta delle olive e la loro molitura. Il consiglio è quello di molire le olive entro le 24 ore successive alla raccolta per poter gustare tutti i profumi dell’olio nuovo.
Con l’occasione, si consiglia di effettuare un trattamento con prodotti rameici immediatamente dopo la raccolta, soprattutto se questa è stata fatta con strumenti abbacchiatori che possono causare tante piccole ferite sui rami giovani degli olivi. Il medesimo trattamento dovrà essere ripetuto anche dopo la potatura per la quale si consiglia di non avere troppa fretta e di attendere la prossima primavera 2020. Non è un caso se, nelle nostre zone, le frasche della potatura vengano usate da millenni per la “Benedizione delle Palme”.
I trattamenti con prodotti rameici avranno anche un effetto preventivo contro l’occhio di pavone. Il fungo, infatti, visto il clima tipico del periodo e tenuto conto che non mancherà la rugiada al mattino e l’umidità atmosferica durante la giornata, potrebbe trovarsi nelle condizioni favorevoli per il proprio sviluppo.
Negli oliveti notoriamente esposti all’occhio di pavone, in presenza di oltre il 30% di foglie attaccate dal fungo, è consigliabile, subito dopo la raccolta, un trattamento curativo con prodotti a base di “dodina” per abbassare il livello di inoculo sulle piante. Per accertarsi sul superamento o meno della soglia di intervento, oltre ad un esame a vista potrebbe essere utile eseguire dei saggi per una “diagnosi precoce” del patogeno.
La tecnica prevede di raccogliere alcune decine di foglie, apparentemente sane, prelevate a varie altezze tutt’intorno alla chioma, immergendole poi, per pochi minuti (circa 3) in una soluzione di soda caustica al 5%. Quest’ultima, reagendo con i fenoli presenti nelle foglie, dà origine ad un imbrunimento della lamina laddove questa fosse interessata dal fungo. Si può così conoscere in anticipo la presenza dell’infezione che, a causa del suo lungo periodo d'incubazione, si sarebbe manifestata solo nei mesi successivi. 

Agr. Moreno Moraldi
Studio di consulenza “ProVerde”

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Aggiornato al 31/12/2014

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